Aviazione italiana: una storia di successi e di velocità

L’aviazione italiana ebbe, a cavallo tra gli anni Venti e gli anni Trenta, il suo periodo di massima floridità, legato anche alla nascita della Regia Aeronautica, istituita nel 1923.

Furono davvero tante le “imprese” aeronautiche compiute dagli italiani durante quel periodo, basti pensare ad esempio al primato mondiale di durata di volo in circuito chiuso di Arturo Ferrarin o alle trasvolate di Francesco De Pinedo.

I piloti italiani si rivelarono eccellenti anche nella Coppa Schneider, presso cui si era istituito il Reparto Alta Velocità.

La velocità era considerata a giusta ragione come il fiore all’occhiello dell’aviazione italiana, e da questo punto di vista erano molto competitivi anche i piloti inglesi, considerati degli ostici rivali.

Una data assai interessante fu sicuramente il 1930, a partire da cui si iniziò a lavorare sul velivolo idrocorsa M.C. 72, dotato di motore FIAT AS.6.

Nell’anno successivo gli inglesi riuscirono ad assicurarsi la Coppa Schneider in modo definitivo, e i piloti italiani cercarono subito di difendere il loro prestigio costruito nel corso di decenni.

La “rivincita” non si fece attendere: nel 1934 il pilota italiano Francesco Agello, guidando l’M.C. 72, riuscì a toccare il record di velocità massimo, ovvero 709,202 Km/h, il quale restò imbattuto.